
Il sito di Oplonti (Oplontis) è famoso soprattutto per la monumentale Villa di Poppea, moglie di Nerone, ed è compreso nell’area archeologica vesuviana. Proprio come Ercolano e Pompei, si è conservato grazie all’eruzione vulcanica del Vesuvio, avvenuta nel momento di massima fioritura di queste città come testimoniano i meravigliosi affreschi ritrovati, i mosaici splendenti e i giardini delle domus private, oltre che le terme.
Indice
La storia
Come Pompei ed Ercolano, anche Oplonti è stata sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Proprio sulla scia dei ritrovamenti delle due città fu indagata anche l’area di Torre Annunziata a partire dal XVIII secolo. Gli scavi sistematici però appartengono al XX secolo, e portarono alla luce tre domus, la più famosa delle quali è la villa di Poppea, e le terme, ferme nel tempo come nel periodo del loro massimo splendore.
Sono poche le notizie scritte che riguardano Oplonti che è probabilmente da considerarsi un’area periferica del nucleo urbano di Pompei, piuttosto che un centro urbano indipendente. Questo a conferma della predilezione da parte dei romani di quest’area come luogo di villeggiatura.
Le ville, appartenenti a illustri personaggi romani, erano luoghi sfarzosi in cui dedicarsi all’otium, e trovare la tranquillità lontano dagli impegni frenetici della capitale. Il nome stesso della località Oplonti può essere etimologicamente connesso con opulentia e rivela la ricchezza di questo luogo. Nel 1997 il sito è stato proclamato patrimonio dell’UNESCO.
Gli scavi archeologici di Oplonti
La straordinaria Villa di Poppea è la principale attrazione del sito archeologico. Si tratta di un complesso monumentale risalente al I secolo d.C., e le terme, altro elemento centrale di Oplontis, probabilmente erano comprese all’interno di questa proprietà privata.
La dimora di Poppea, moglie dell’imperatore Nerone, era molto estesa e lussuosa. La pianta è complessa e articolata e non è ancora stata indagata del tutto, anche perché alcuni ambienti si trovano sotto le abitazioni moderne costruite nell’area circostante al sito archeologico visitabile.
Si riconoscono diversi ambienti interni, di cui colpiscono soprattutto le decorazioni: splendidi affreschi negli stili pompeiani, conservati in uno stato ottimale, e mosaici molto raffinati con disegni a soggetti mitologici e naturalistici.
Una delle stanze principali è la sala da pranzo dove le decorazioni affrescate in secondo stile pompeiano creano dei giochi di spazio tra l’architettura reale e quella disegnata. Splendida è anche la nicchia affrescata nel larario, ambiente destinato al culto, e non mancano preziose tracce anche nel quartiere termale, dove possiamo riconoscere il calidario e il tepidario.
Sono interessanti anche gli ambienti privati della casa, come le stanze da letto, e quelli di servizio, come le cucine, che permettono di ricostruire i vari aspetti della vita quotidiana nella domus, fatto insolito perché non capita spesso di poter osservare contemporaneamente diversi tipi di ambienti all’interno di una casa romana e soprattutto che gli ambienti siano in questo stato di conservazione.
Si tratta però di un caso molto particolare per il livello di prestigio della probabile proprietaria: è proprio il lusso degli ambienti che lascia a bocca aperta i visitatori.
La villa era molto vissuta anche nei suoi spazi esterni. Diversi sono, infatti, i giardini dislocati all’interno della casa e che si alternano con le stanze in completa armonia grazie ai colonnati aperti e alle finestre che collegano gli spazi.
Oltre alla Villa di Poppea vi sono altre due ville attribuite a ricchi personaggi romani di cui sono stati identificati i proprietari (Lucius Crassius Tertius e Caio Siculi) ma non ancora del tutto esplorate. Le due domus non sono purtroppo visitabili ma da esse provengono altri straordinari affreschi, mosaici, suppellettili e gioielli.
Immagini Copyright: By Alter Mandarine - Travail personnel photo sur site redimensionnée, CC BY-SA 3.0
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Orari
Da aprile a ottobre:
Lunedì-venerdì dalle ore 9 alle ore 19.30
Sabato-domenica dalle ore 8.30 alle ore 19.30
Da novembre a marzo:
Lunedì-venerdì dalle ore 9.00 alle ore 17.00
Sabato-domenica dalle ore 8.30 alle ore 17.00
Biglietti
Costo del biglietto: Intero: 7 € (questo biglietto comprende anche l’ingresso all’antiquarium di Boscoreale) - Ridotto (under 25): 3 €
Contatti
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SCHEDA SITO ARCHEOLOGICO:
FONDAZIONE: II secolo d.C.
TRAMONTO: I secolo d.C.
CIVILTA’: Romani
REGIONE: Campania
PROVINCIA: Napoli
AMMINISTRAZIONE: Soprintendenza speciale beni archeologici di Napoli e Pompei
RISCOPERTA: XVIII secolo
Oplonti come arrivare
In auto: Da Napoli prendere l’autostrada A3 in direzione Salerno fino all’uscita Torre Annunziata. Proseguire sulla SS18 fino all’incrocio con via dei Sepolcri, dove si trovano gli scavi archeologici.
In treno: Da Napoli è possibile arrivare comodamente agli scavi di Oplontis, con la ferrovia circumvesuviana fino alla stazione di Torre Annunziata “Torre A.Ta.,” che dista appena 7 minuti a piedi dall’ingresso del sito archeologico.