
A colpo d’occhio, la necropoli di Fossa stupisce per la disposizione decorativa delle tombe che la compongono, posizionate come se seguissero un disegno geometrico. In quella che viene chiamata la “piccola Stonehenge d’Abruzzo” le sepolture di diverse epoche si mescolano in modo molto armonico: dai più piccoli tumoli circolari, alle monumentali tombe a dromos, ai menhir. Si respirano più di 1000 anni di storia in questa necropoli monumentale, che si distingue anche per i ricchi e raffinati corredi funebri.
Indice
Storia della necropoli
La necropoli di Fossa è situata in un’area abitata certamente sin dal IX secolo a.C., nell’età del ferro, anche se alcune testimonianze fanno pensare ad un’occupazione, anche se non continuativa, risalente ad un’epoca ancora precedente durante l’età del bronzo.
La necropoli è in particolare associata a un popolo italico, i Vestini, autoctono dell’area centrale della penisola dal Gran Sasso al mare adriatico e di lingua osco umbra. L’odierna Fossa si trova sul territorio che corrispondeva in parte all’antica Aveia, una delle città principali dei Vestini, che entrò nell’orbita romana nel III secolo a.C. in seguito alla terza guerra contro i Sanniti, dei quali la città era alleata.
I Vestini, come altre popolazioni italiche, presero parte alla guerra Sociale nel 90 a.C. e in seguito si videro riconosciuta la cittadinanza romana.
Se le evidenze archeologiche della necropoli ci permettono di datarne il suo uso fino al I secolo a.C., della città di Aveia abbiamo notizie quasi fino alla fine dell’impero, nel III secolo d.C. quando divenne una comunità vescovile. Le informazioni sullo sviluppo storico sono frammentarie a causa della scarsa rilevanza che ebbe questo centro all’interno del sistema romano, in quanto non era situata in un’area particolarmente strategica dal punto di vista militare.
L’area, tuttavia, si caratterizza per la peculiarità dell’ influsso orientale rituale e religioso, sia in età ellenistica, sia successivamente in età imperiale, come confermato dalle architetture e corredi tombali e dalla scoperta di un mitreo, non lontano dalla necropoli.
L’area archeologica di Fossa
Quest’area archeologica, scoperta per caso all’inizio degli anni 90, durante gli scavi per un progetto edilizio, si è rivelata una delle più importanti della zona, infatti ospita testimonianze che risalgono alle sue diverse fasi di utilizzo, in un periodo che abbraccia quasi 1000 anni di storia, dal IX al I secolo a.C.
Si tratta di una delle principali necropoli monumentali del centro Italia. Si estende per un’area di circa 2000 metri quadrati ed è considerata di rilevanza nazionale, soprattutto perché testimone dell’evoluzione delle sepolture dalla prima fase preistorica, all’epoca preromana, ellenistica e poi romana. Le sepolture, infatti, si caratterizzano per specifici stili di costruzione che permettono di ascriverle ai differenti periodi storici e danno così un panorama completo della variazione degli stili artistici e delle usanze sepolcrali.
Sepolture della fase più antica
Associate alla fase più antica, tra IX e VIII secolo a.C., abbiamo delle sepolture a tumuli di terra segnalati da una copertura di pietre e delimitati da altre pietre disposte in circolo per un diametro di 8-15 metri. Le tombe in cui sono stati sepolti degli uomini, sono distinguibili grazie alla collocazione di alcuni menhir davanti alle sepolture in ordine decrescente dall’interno verso l’esterno. Proprio la presenza di questi menhir ha fatto sì che il sito fosse soprannominato la “piccola Stonehenge di Abruzzo”.
Nelle tombe degli uomini e delle donne sono stati ritrovati vasti corredi che presentano un campione di oggetti utilizzati nella vita quotidiana, vasellame, gioielli, che potevano variare in quantità e qualità a seconda del prestigio sociale dell’ospite della tomba.
In epoca successiva, pur mantenendo la struttura a tumulo, le tombe hanno dimensioni meno imponenti. Questa fase, tra il VIII e VII secolo, è detta orientalizzante a causa delle influenze dal mondo greco, orientale e anche etrusco nelle decorazioni del corredo funebre. L’influenzale orientale riguarda prevalentemente il vasellame e le ceramiche, oltre le armi e i gioielli di fattura raffinata. In questo periodo, la prassi funeraria prevedeva anche il ricorrere a semplici tombe a fossa.
Sepolture di età ellenistica
Le sepolture di età ellenistica si differenziano da quelle precedenti per la maggiore varietà e monumentalità delle strutture. Si trovano infatti tombe a camera, a cassone litico, a cassone ligneo, a segnacolo monumentale oltre alle semplici tombe a fossa, e queste distinzioni sono da rapportare al subentrare di una stratificazione sociale.
Le tombe a camera sono le più imponenti, ipogee e accessibili attraverso un dromos. I corredi non presentano più armi, ma una varietà di oggetti di uso quotidiano, a volte in fogge particolarmente lussuose a testimonianza dell’elevato livello artistico raggiunto in questa fase. Un esempio è il letto funebre della tomba 520, con una struttura in osso e avorio, e intagli con raffigurazioni di Dioniso, delle Menadi e di Ercole.
Con l’affermarsi della supremazia romana, questi costumi funebri scompaiono per assimilarsi alla pratica dell’incinerazione che comporta una diminuzione dello spazio dedicato alle sepolture e la scomparsa dell’uso del corredo.
Immagini Copyright: By Pietro - Own work, CC BY-SA 4.0
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Orari di ingresso
Giugno-ottobre: sabato e domenica 10-13; 15.30-18.30
Agosto aperto lunedì-venerdì: 16.30-19.30
Biglietti
Intero: 3,00 €
Ridotto: 1,50 €
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SCHEDA SITO ARCHEOLOGICO:
FONDAZIONE: IX secolo a.C.
DECLINO: I secolo a.C.
CIVILTA’: Vestini
REGIONE: Abruzzo
PROVINCIA: L’Aquila
AMMINISTRAZIONE: Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo
SCOPERTA: XX secolo
Come arrivare alla necropoli di Fossa
In auto: da l’Aquila il sito è raggiungibile in auto tramite la strada statale 17