
Posto su un’altura, da cui è possibile osservare il panorama della campagna lucana, il sito fortificato di Serra di Vaglio, accoglie i visitatori con le sue possenti mura, e uno splendido esempio di restauro sperimentale, la casa dei Pithoi. Luogo di incontro tra la civiltà italica che abitava questi luoghi, e la presenza greca. È un sito che ci restituisce tracce interessanti di interazione tra culture.
Indice
Storia di Vaglio
Il sito si trova in una posizione strategica, sopraelevata su un’acropoli collinare, e fu scelto come insediamento sin dall’VIII secolo a.C. dai Peuketiantes, una popolazione indigena della Lucania.
A questa prima fase si possono attribuire diversi nuclei di capanne e soprattutto delle tombe, interessanti per l’usanza di seppellire i morti in posizione fetale.
In seguito, l’area fu interessata dalla colonizzazione greca, e inevitabilmente vi furono dei contatti con Serra di Vaglio, che assimilò l’influenza ellenica, modificando i propri costumi funebri, e fortificando il centro, che vide la costruzione delle mura a partire dal IV secolo a.C., insieme a una risistemazione dell’assetto urbano.
Queste modifiche però non durarono a lungo, infatti la città fu abbandonata in seguito ai gravi danni provocati da un incendio nel III secolo a.C.
L’area archeologica di Serra di Vaglio
Il sito di Serra di Vaglio ci restituisce l’antico abitato urbano e molto interessante è la successione di diversi tipi di sepolture che segnano le trasformazioni di questo abitato attraverso diversi momenti storici.
La fase più antica, del VIII secolo a.C. è quella a cui si collegano le sepolture con i morti in posizione fetale, vicini a delle capanne coeve. Troviamo anche nove tombe a tumulo appartenenti a personaggi della classe aristocratica. Queste tombe erano arricchite da dei corredi che comprendevano vasi in bronzo, ceramiche, armi e gioielli, oggi conservati al museo archeologico nazionale della Basilicata a Potenza.
I manufatti testimoniano un’influenza della cultura greca, che progressivamente si insediò in quest’area, così come le mura, del IV secolo. Si tratta di resti molto evidenti, per le dimensioni monumentali che le caratterizzavano, anche se sono conservate solo in parte.
La cinta muraria era costituita da un duplice strato di pietre seguendo una tecnica costruttiva tipicamente greca.
All’interno delle mura, si intuisce la struttura urbanistica della città, con la divisione in quartieri e le strade perpendicolari su cui si affacciavano le abitazioni.
Spicca un’abitazione privata, molto interessante per la storia del suo restauro, che ci permette di vederne la struttura ricostruita in modo molto fedele. È nota come la casa dei Pithoi, dai quattro grandi recipienti per le derrate alimentari (detti appunto pithoi) rinvenuti, disposti in fila e sorretti da pietrame.
L’abitazione rivela tre strati di nuclei abitativi: da un’originaria capanna, dell’VIII secolo, a una casa del V secolo, fino all’ultimo assetto del IV secolo.
La casa è stata oggetto di un progetto di archeologia sperimentale molto interessante: in primo luogo si tratta di uno dei primi interventi con l’ausilio di tecnologie sperimentali in Italia tra il 1987 e il 2012. La struttura è stata interessata da un restauro conservativo che ha permesso il recupero di significativi elementi originali, inoltre è stata realizzata anche la ricostruzione virtuale in 3D dell’aspetto antico.
Il santuario della dea Mefitis di Rossano di Vaglio
Sempre nel territorio del comune di Vaglio, in località Rossano, è possibile visitare i resti del santuario federale extra urbano dedicato alla dea Mefitis, con la piazza lastricata e un altare. Di grande importanza sono le numerose iscrizioni rinvenute in lingua osca, testimonianza unica della civiltà dei Lucani che lo costruirono nel IV secolo a.C.
Il complesso sacro si compone di un sagrato, un’area pavimentata con basole irregolari con un altare al centro, e una serie di ambienti che si aprono intorno.
Alla dea Mefite i Lucani attribuivano un potere legato alle acque, per questo l’acqua è elemento essenziale per questo luogo che sorgeva all’interno di un fitto bosco vicino a una sorgente. Nel sagrato è ancora visibile la canaletta di scolo che portava l’acqua dalla sorgente all’area sacra.
Il santuario fu oggetto di un’importante ristrutturazione da parte dei Romani nel II secolo a.C., a testimonianza della romanizzazione di queste terre, e rimase attivo fino alla prima metà del I secolo d.C.
Immagini Copyright: dimoracavalieri.it
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Orari di ingresso
Il sito è visitabile senza prenotazione d’estate tra giugno- agosto con i seguenti orari: 9.30-13.30/15.30-18.30;
Negli altri periodi dell’anno è possibile visitare il sito su richiesta, telefonando al 3472736594
Biglietti
Ingresso gratuito.
Contatti
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SCHEDA SITO ARCHEOLOGICO:
FONDAZIONE: VIII secolo a.C.
DECLINO: III secolo
CIVILTA’: Lucani
REGIONE: Basilicata
PROVINCIA: Potenza
AMMINISTRAZIONE: MIBAC
SCOPERTA: XX secolo
Come arrivare a Serra di Vaglio
In auto: Per arrivare all’area archeologica di Serra di Vaglio si consiglia di procedere, arrivando dalle città da nord e da sud sull’A2, fino all’uscita Sicignano A./Potenza/Matera, poi procedere sulla SS407 fino all'uscita verso Tricarico/Vaglio B./Tolve/Cancellara/Oppido Lucano, e infine continuare sulla SS7 fino a Serra di Vaglio.