
Il Riparo Dalmeri è immerso nei meravigliosi boschi dell’altopiano di Asiago e della Marcesina. Una passeggiata in questo magnifico scenario naturale offre la possibilità unica di tornare indietro nel tempo di 13000 anni, alla scoperta di uno dei rari esempi di sito paleolitico montano.
Indice
La storia
Il riparo Dalmeri prende il nome da Gianpaolo Dalmeri, scopritore del sito e iniziatore degli scavi a partire dal 1990 per conto del Museo Tridentino delle Scienze. Si tratta di un interessante esempio di riparo naturale di cacciatori e raccoglitori abitato sin dal Paleolitico superiore.
Le tracce più antiche di frequentazione umana di questo luogo risalgono a 13.200 anni fa, quando il riparo era utilizzato stagionalmente, in estate e autunno, da cacciatori prevalentemente di stambecchi, che li uccidevano e spellavano all’interno del riparo.
Dalle indagini stratigrafiche siamo a conoscenza di diverse fasi abitative di questo riparo, frequentato sporadicamente fino a 12000 anni fa. L’importanza del riparo Dalmeri come sito preistorico è rappresentata soprattutto dalle informazioni che è in grado di fornire sulla produzione artistica e la spiritualità dei suoi antichi abitanti.
Il sito preistorico di Riparo Dalmeri
Il sito si compone di un riparo naturale scavato nella parete calcarea lungo 30 metri, largo 6 e alto 4. All’interno sono stati ritrovati diversi reperti che permettono di ricostruire l’antico ambiente, sia come flora e fauna, che come insediamento umano.
Sono stati ritrovati resti e ossa di vari animali, conchiglie di gasteropodi, utensili e alcuni denti umani appartenenti a bambini: proprio da questi è stato possibile dedurre che la grotta era frequentata da comunità familiari, e non solo quindi come luogo per l’organizzazione delle attività legate alla caccia.
Sono, inoltre, evidenti i resti di una capanna sub circolare, che si trovava all’interno del riparo adiacente alla parete, di cui è stato ricostruito lo scheletro ligneo della struttura, mentre il fondo originario si è conservato, con la disposizione circolare di pietre che ne segna il perimetro. Il diametro misura circa 4 metri e al suo interno sono state ritrovate tracce di un focolare.
All’esterno invece, sono state rinvenute delle fosse contenenti ossa di animali e alcune pietre dipinte.
Proprio il ritrovamento di 267 pietre dipinte è l’elemento più peculiare del riparo Dalmeri, un unicum nel panorama dei siti preistorici europei e per questo particolarmente studiato. Se, come si è detto, alcune pietre sono state ritrovate sotterrate nelle fosse vicino alla capanna, la maggior parte di esse erano invece disposte in superfice secondo un criterio non casuale che probabilmente rimandava a scopi rituali.
Queste pietre sono decorate con impronte di mani o pitture stilizzate che rappresentano soggetti antropomorfi, zoomorfi, in particolare gli stambecchi, che dunque non erano oggetto di interesse solo per la caccia.
La tecnica di decorazione delle pietre sfruttava le loro naturali incavature per innestare i tratti dei disegni che non avevano contorno. Le pietre utilizzate come base erano calcaree come le pareti del riparo, mentre per i disegni era utilizzata l’ocra rossa.
Immagini Copyright: By Thilo Parg - Own work, CC BY-SA 3.0
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Orari di ingresso
Visitabile tutto l’anno (visite guidate ogni domenica di luglio e agosto)
Biglietti
Ingresso gratuito.
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SCHEDA SITO ARCHEOLOGICO:
EPOCA: Paleolitico superiore
REGIONE: Trentino
PROVINCIA: Trento
AMMINISTRAZIONE: Soprintendenza per i Beni Culturali della Provincia Autonoma di Trento
SCOPERTA: XX secolo
Come arrivare a Riparo Dalmeri
In auto: è possibile raggiungere il riparo Dalmeri in auto da Trento percorrendo la SS 47 Valsugana in direzione Padova fino all’uscita Gigno, proseguire verso Selva e seguire le indicazioni per “Piana della Marcesina/Rifugio Barricata”, si arriva ad un parcheggio dove inizia l’itinerario archeologico fino al riparo.