
L’area archeologica di Golasecca, di cui è parte la necropoli del Monsorino, è davvero un luogo fuori dal tempo. Immersa nel parco Nazionale del Ticino e con la sua storia millenaria ci racconta un mondo antico davvero molto speciale. Qui infatti troviamo l’unica testimonianza rimasta di una delle più importanti culture dell’Età del Ferro in Italia, la Cultura di Golasecca, nonché una delle più importanti testimonianze monumentali nel Nord Italia.
Indice
Storia degli scavi
La zona fu oggetto di scavi già nell’800. Il primo scopritore fu infatti lo studioso Giovanni Battista Giani che però interpretò i circoli di pietra, o cromlech come resti romani della Seconda guerra punica. Fu poi Pompeo Castelfranco a capire che si trattava di strutture megalitiche a carattere funerario di epoca celtica, confrontabili con altri circoli di pietra rinvenuti in altre parti d’Europa. Resti quindi appartenenti ad una civiltà ben più antica dei Romani, quella di Golasecca appunto, di origine celtica e insediatasi in queste zone tra il IX e il secolo a.C.
I cromlech, presenti non solo nell’area del Monsorino, ma anche a Vergiate e Garzonera, sono tuttora visibili e fanno parte di un sentiero turistico praticabile all’interno del territorio di Golasecca.
Il sentiero e la necropoli del monsorino
Due sepolture in cassette litiche sono già visibili davanti al Municipio di Golasecca. Proseguendo poi lungo il Ticino si costeggia l’area del sepolcreto fino a Sesto Calende. All’interno del Parco del Ticino, sulla riva sinistra del fiume, il Monsorino costituisce il nucleo più importante di strutture funerarie costituite da pietre disposte in cerchio in corrispondenza di alcune tombe a pozzetto del VII secolo a.C.
In particolar modo, nella necropoli del Monsorino sono visibili i resti di sette recinti circolari e tre rettangolari, mentre il materiale rinvenuto è costituito soprattutto da ceramiche e oggetti in bronzo e in ferro.
Da Sesto Calende provengono alcune delle tombe più ricche della cultura di Golasecca: due appartenevano a guerrieri e sono conservate nei Musei di Varese e Milano, mentre un’altra tomba molto importante, nota come la Tomba del Tripode, è costituita da un cassone di lastre di pietra e all’interno sono stati rinvenuti molti oggetti di corredo, tra cui una situla in lamina bronzea e un tripode in bronzo, oltre ad oggetti di ornamento femminile. La tomba è conservata nel Museo locale di Golasecca.
Immagini Copyright: sentieristagionali.it
Orari e biglietti
Accesso libero e gratuito.
Per visitare l’area, si consiglia di contattare le guide del parco: tel. 02 972101
Contatti
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SCHEDA SITO ARCHEOLOGICO:
EPOCA: VIII - V secolo a.C.
CIVILTA’: Celti, Golasecchiani
REGIONE: Lombardia
PROVINCIA: Varese
AMMINISTRAZIONE: Soprintendenza Per l’Archeologia, belle arti e paesaggio città metropolitana di Milano
RISCOPERTA: XIX Secolo
Come arrivare alla necropoli del Monsorino
IN TRENO
E’ possibile arrivare a Golasecca in treno e in autobus da Varese e da altre cittadine lombarde. Consultate le diverse possibilità di trasporto della Regione.
IN AUTO
Dall’autostrada A8 prendere l’uscita Sesto Calende. Da Novara, prendere la SS33 in direzione Arona.
Per visitare gli scavi bisogna percorre il sentiero che parte da viale Europa, vicino Cascina Melissa di Golasecca, nel punto in cui incrocia la ciclabile del lungo fiume, proprio all'altezza del cavalcavia dell'A8. Il sentiero si inerpica sulla collina ed è segnalato da un cartello del Parco del Ticino posto all'ingresso. Oppure seguire le indicazioni di Google Maps e, una volta giunti a destinazione, percorrere a piedi il sentiero Monsorino Anello di circa 1km all'interno del bosco.