Dioniso: la rappresentazione del mito nei vasi antichi

Dioniso è certamente uno dei personaggi più affascinanti e controversi della mitologia greca, protagonista di celebri tragedie antiche, come ad esempio Le Baccanti di Euripide, e oggetto di studio.

vaso con decorazione su Dioniso

L’interesse su Dioniso da parte di studiosi che si occupano dei diversi ambiti del sapere non è una novità ed ha probabilmente a che fare con la natura poliedrica del mito.

Dioniso è innanzitutto il dio del vino e della vite, una caratteristica che evidenzia sin da subito la sua dualità del dio, il vino rappresenta il sapere tecnico che va dalla raccolta dell’uva alla fermentazione del mosto (in alcuni racconti Dioniso è considerato addirittura l’inventore del vino!) la vite invece rappresenta la natura, la spontaneità della vita che nasce e poi finisce, la vita e la morte, altro elemento che sottolinea il carattere dualistico del mito.

Walter Friedrich Otto, storico delle religioni e filologo classico vissuto a cavallo tra XIX e XX secolo, sintetizza perfettamente le due nature del dio, scrivendo che nella figura di Dioniso “vengono alla luce gli abissi segreti della vita e della morte, intrecciati in un’unica realtà”.

Ma non solo la vite collega Dioniso alla natura e al mondo vegetale, spesso infatti ritroviamo il dio accostato ad altre piante come il pino e l’edera, mentre alcuni epiteti lo mettono in relazione con i fluidi vitali: l’acqua, la linfa delle piante, lo sperma generatore.

Dioniso è dunque, in un certo senso, il dio della metamorfosi, caratteristica che nel tempo ha dato vita ad ulteriori interpretazioni come ad esempio la simbolica del passaggio dalla fanciullezza all’età adulta.

Insomma è chiaro, quando pensiamo a Dioniso possiamo fare riferimento a molte interpretazioni, che devono tener conto dell’episodio che vogliamo analizzare, del mito di riferimento o dell’approccio disciplinare da cui si è partiti per approfondire l’argomento, approcci e discipline molto diverse fra loro, dalla psicologia, all’antropologia, alla storia delle religioni, ma tutte sorprendentemente interessanti per scoprire un po’ meglio Dioniso.

Per questo abbiamo pensato di dedicare una vera e propria rubrica al tema, un progetto che ci accompagnerà per tutta l’estate!

Dieci vasi alla scoperta del mito di Dioniso

Nei prossimi “episodi” andremo ad approfondiremo i vari aspetti del mito di Dioniso, la sua nascita, il concetto di dualità, l’influenza culturale sul mondo occidentale.

Per farlo osserveremo le rappresentazioni del mito su una selezione di 10 vasi antichi.  Confronteremo la figura di Dioniso con quella degli altri personaggi rappresentati, li metteremo in relazione fra loro, per comprendere e osservare i rapporti del dio con il suo seguito.

10 vasi antichi, davvero meravigliosi, tutti conservati in musei italiani di grandissimo valore, pretesto per parlare di Dioniso, per molti versi il più affascinante tra gli dei.

1. La nascita di Dioniso e il grande cratere a volute di Ceglie del Campo

cratere del pittore con nascita di dioniso, MARTAIl nostro percorso alla scoperta della rappresentazione del mito di Dioniso sui vasi antichi comincia dalla Puglia, e più precisamente da Ceglie del Campo, in provincia di Bari, l’antica Kaelia.

Qui nell’aprile del 1898 furono rinvenuti due splendidi crateri gemelli, uno raffigurante la nascita di Dioniso, attorniato da tutti gli dei a testimonianza della straordinarietà dell’evento.

Il meraviglioso vaso, realizzato tra il 400 e il 380 a.C. è custodito ed esposto al MArTA, il bellissimo Museo Archeologico Nazionale di Taranto.

Si tratta di un manufatto davvero affascinante, di grande interesse storico in quanto testimonia che anche nelle terre colonizzate a occidente si veneravano divinità elleniche.  Alcuni studiosi, partendo da questa considerazione, ipotizzano la presenza di una fabbrica proprio a Ceglie del Campo, mentre altri credono che i due vasi siano stati realizzati in un luogo poco distante e solo successivamente trasferiti a Ceglie.

Scopri la scheda del “cratere del Pittore della nascita di Dioniso di Ceglie del Campo.

2. Dioniso incontra i pirati tirreni: Hydria etrusca del Pittore di Micali

hydria etrusca pittore di micaliIl secondo vaso ci porta su una rotta per nulla scontata e piena di sorprese.

Qui ritroviamo Dioniso alle prese con un manipolo di pirati tirreni che, ignari della sua potenza, cercano di catturarlo. Per divina “punizione” saranno trasformati in delfini.

Il culto di Dioniso tra mille peripezie intraprende un viaggio simbolico dalla Grecia all’Etruria, l’antica hydria che qui lo vede rappresentato, molti secoli dopo sarà protagonista di un rocambolesco viaggio (per fortuna di andata e ritorno!) dall’Italia all’America.

Questa bellissima hydria, 510-500 a.C. attribuita al Pittore di Micali (dal nome dello studioso rinascimentale che per primo si occupò delle sue opere) è custodita a Roma, presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.

Scopri la scheda dell’hydria del Pittore di Micali.

3. Le menadi danzanti e il pilastro idolo, il culto di Dioniso tra musica e vino

stamnos del pittore del Dinos, vaso atticoQuesta volta Dioniso non c’è, almeno non in “carne e ossa”.

Sul vaso, a rappresentarlo, ecco spuntare un pilastro-idolo. Intorno a lui molte donne si accingono a bere del vino da grandi vasi posati su un tavolo in bella vista. Poco più in là altre donne danzano con tamburelli e tirsi.

Sono le “baccanti”. Donne dedite al culto del dio, inebriate dal vino e dalla danza, alla ricerca di uno stato di estasi, capaci di sottrarsi al controllo oppressivo degli uomini.

Questo bellissimo stamnos, 425-415 a.C. attribuito al Pittore del Dinos (conosciuto anche come Pittore del deinos) è custodito a Napoli, presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN).

Scopri la scheda dello stamnos del pittore del Dinos.

4. Dioniso incontra Pan, l’edera e la danza degli dei

cratere pestano a figure rosseNel quarto vaso abbiamo un incontro davvero eccezionale.

Questa volta Dioniso è in buona compagnia, con lui il dio Pan.

Figlio di una ninfa e del dio Ermes, metà uomo, metà capro, Pan è dio agreste e dedito alla musica. Il vaso ci presenta i due alle prese con una danza inebriante, Dioniso indossa una corona d’edera e la complicità tra i due è palese!

Questo bellissimo cratere a campana, del IV sec. a.C., forse proveniente da Paestum è custodito a Bologna, presso il Museo Civico Archeologico.

Scopri la scheda del cratere a campana pestano a figure rosse.

5. Dioniso che gioca al cottabo

cratere di dioniso che gioca al cottaboScena protagonista del quinto vaso è Dioniso alle prese con l’antico gioco del cottabo.

Sul vaso altri elementi ricorrenti, cari al culto del dio: la musica, rappresentata dalla flautista seduta accanto a lui e il vino, che diventa strumento di gioco.

Questo bellissimo cratere, del IV sec. a.C., tornato in Italia dopo molti anni negli USA, è conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Paestum.

Scopri la scheda del cratere con Dioniso che gioca al cottabo.

 

6. Anfora con maschera di Dioniso

anfora con maschera di dionisoQuesta volta Dioniso è intento ad osservarci, sono gli occhi magnetici di un dio itinerante, che guarda ad occidente, verso terre abitate dagli Etruschi.

L’anfora rientra nel novero dei così detti “vasi-visi”, ossia quell’insieme di recipienti che presentano come tema principale un volto.

Questo bellissimo reperto attribuito al pittore di Antimenes, del VI sec. a.C. è stato rinvenuto presso la necropoli di Tarquinia, antica città etrusca oggi situata nel Lazio settentrionale.

Scopri la scheda dell’anfora con Maschera di Dioniso.

Leggi anche il nostro approfondimento su Lo sguardo di Dioniso nelle Baccanti di Euripide.

7. Cratere attico con mito di Trittolemo e Dioniso.

cratere attico trittolemo e dionisoGli dei raffigurati su questo cratere sono tra i più celebri del pantheon greco: Trittolemo, Demetra, Hermes, Apollo e ovviamente…Dioniso! Proviamo a capire la scelta tematica del pittore di Napoli, analizzando in particolare la figura di Trittolemo.

Risalente alla fine del V secolo a.C., il Cratere attico con mito di Trittolemo e Dioniso è stato rinvenuto presso Piedimonte d’Alife. Oggi è conservato presso il Museo archeologico dell'antica Allifae, piazza XIX Ottobre, Alife (Caserta).

 

Scopri la scheda del cratere con mito di Trittolemo e Dioniso

 

8. Cratere a campana con Dioniso

cratere a campana con dionisoUna storia straordinaria, quasi una caccia al tesoro incredibilmente riuscita, quella di questo meraviglioso cratere e del suo frammento. E poi musica, danza e…un vaso dentro al vaso!

Ecco il cratere di Dioniso conservato presso il Museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola” di Matera, presentato al pubblico, dopo una paziente opera di restauro, in un momento speciale.

Il cratere fu rinvenuto nel 1927 a Irsina, in provincia di Matera e trasferito a Reggio Calabria, allora sede della soprintendenza di Basilicata e Calabria.

Scopri la scheda del cratere a campana con Dioniso.

Hydria raffigurante l'arrivo di Dioniso sull'Olimpo, datata intorno al 500 a.C.. Conservata al Museo archeologico Nazionale di Spagna. Copyright: Dorieo / CC BY-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)

“Dioniso, la rappresentazione del mito nei vasi antichi” è un progetto di Danila Franceschetto

L’AUTORE

Danila Franceschetto

Una laurea in storia a Torino e una passione smodata per la cultura e letteratura greca. Quando non leggo, scrivo. Da un po’ vivo in Toscana, nel tempo libero se non sono al cinema mi trovate al mare!

Dal 2019 collaboro con Siti Archeologici d’Italia.

Sogni nel cassetto? Tanti! Ma uno ve lo svelo, lavorare in un museo sarebbe davvero fantastico!