A partire dall’antichità e sino ai giorni nostri, la Sicilia è stata abitata da genti e civiltà molto diverse tra loro che nei secoli hanno segnato abitudini e cultura di questa terra sorprendente e meravigliosa.
Questo itinerario vi porterà in viaggio tra le rovine della Sicilia occidentale, alla scoperta di Segesta, Selinunte, Solunto e Mozia, tra Greci, Fenici e popoli del mediterraneo.

La Sicilia e le prime colonizzazioni
La Grecia, si sa, è territorio prevalentemente montuoso, difficile da coltivare, così, dall’VIII secolo a.C., i Greci iniziarono a cercare nuove terre da coltivare spostandosi dalla penisola ellenica.
Iniziò così il fenomeno della colonizzazione, il cui nome deriva dal latino colere, “coltivare”.
Una piccola introduzione al nostro viaggio tra le rovine della Sicilia per comprendere come, soprattutto da questo fenomeno, deriva la contaminazione greca nella nostra cultura, da attività semplici (ma non per questo meno importanti) come la coltivazione, per arrivare alla creazione delle città, allo sviluppo dell’attività letteraria e alla creazione del linguaggio figurativo e artistico di cui i numerosi templi, santuari e teatri presenti nella nostra isola sono testimonianza.
Molte sarebbero le cose da dire, da raccontare come premessa al nostro itinerario: ci limiteremo però, in questa occasione, a darvi qualche spunto per scoprire un percorso che mette in luce i colori di una Sicilia dove diverse civiltà si incontrano.
Il nostro itinerario tra Segesta, Mozia, Selinunte e Solunto
Partiamo!
Il nostro viaggio prende il via e ci riporta a Palermo. La prima tappa sarà Segesta, a circa 85 km dal capoluogo siciliano (un’ora di automobile, percorrendo l’autostrada E90).
Segesta
Segesta è stata fondata da una popolazione di origine asiatica, gli Elimi, profughi in fuga da Troia secondo il mito. Non è dunque una città propriamente greca ma certo è che Segesta, come le altre città limitrofe fondate anch'esse dagli Elimi, fu fortemente ellenizzata.
Protagonista della storia della Sicilia già dall’inizio del VI secolo a.C., intrattenne da sempre rapporti commerciali con i Cartaginesi. Nel 415 a.C. chiese l’intervento di Atene per impedire un’eventuale alleanza tra Sparta e Siracusa e la successiva espansione di quest’ultima. Nella guerra contro Selinunte, che venne conquistata dagli alleati africani di Segesta insieme ad Imera, fu nuovamente in alleanza con i Cartaginesi.
Una storia, quella di Segesta, segnata da innumerevoli incontri-scontri con le altre colonie greche della Sicilia, le città della Grecia e gli altri popoli del Mediterraneo.
Il sito archeologico
Addentrandoci nella città antica potrete visitare il teatro scavato nella roccia e il tempio, in ottimo stato di conservazione.
Il teatro di stile ellenistico, costruito nel III secolo a.C., vanta come scenografia le colline e il mare del vicino golfo di Castellammare in . Molto ben conservato, ancora oggi è possibile assistere a rappresentazioni teatrali che si svolgono proprio nel teatro (per maggiori informazioni in merito, visitare il sito del Calatafimi Segesta Festival).
Il tempio ci racconta dei rapporti tra Segesta e Selinunte, che come già emerso, furono spesso rivali. Costruito nel corso del V secolo a.C. in stile dorico, nell’uso delle maestranze greche è esempio tangibile dell’innesto tra culture avvenuto in Sicilia fin dall’antichità.
Ma ciò che da tempo fa discutere gli esperti è l’assenza di scanalature sulle colonne e la mancanza della cella che rende di fatto il tempio un incompiuto, forse proprio a causa dei continui conflitti con la vicina città di Selinunte, il che dimostra che gli Elimi acquisirono l’arte e l’architettura greca, ma rimasero comunque in contrasto con Selinunte per quanto riguarda l’aspetto economico-commerciale.
Per un maggiore approfondimento sul parco, orari e biglietti, consulta la scheda del sito archeologico di Segesta.
Seconda tappa!
Ripartiamo quindi da Segesta, per raggiungere Mozia. Procediamo sulla E92 in direzione Trapani e poi verso Marsala. Parcheggiata l’automobile nei pressi del porto prenderemo un traghetto.
Andiamo sull’isola di Mozia!
Mozia
L’isola di Mozia si trova tra Trapani e Marsala nella costa occidentale della Sicilia. Secondo Tucidide e Diodoro Siculo, Mozia fu meta di esplorazioni da parte dei Fenici che già dal XII a.C. ne fecero una base commerciale.
Anche Mozia fu coinvolta nella guerra tra Dionisio I e i Cartaginesi, durante la quale fu conquistata proprio dal tiranno siracusano intorno al 400 a.C, per poi essere presa dai Cartaginesi nel 398 a.C. Come gran parte della Sicilia (eccetto Siracusa), in seguito alla battaglia delle isole Egadi del 241 a.C., Mozia passò nelle mani dei Romani.
Qui a Mozia, come poi vedremo anche a Solunto, possiamo osservare l’impronta di diverse civiltà che nei secoli ne hanno segnato il destino.
Il sito archeologico
Il sito di Mozia vanta varie costruzioni ancora parzialmente visibili, quali la porta nord, il cosiddetto “santuario del Cappiddazzu”, gli edifici destinati alla produzione artigianale, la necropoli e il tofet (un santuario) di epoca fenicio-punica.
Per sottolineare i rapporti intrattenuti tra le varie popolazioni a Mozia, è necessario concentrarci soprattutto sulla “zona industriale” dell’isola. Gli edifici di questa zona videro un incremento abbastanza costante tra VI e V secolo, quando vennero ristrutturati, fino alla distruzione da parte di Siracusa. I numerosi reperti in ceramica e le scorie metalliche rinvenuti, fanno pensare a una vasta produzione che interessava questi materiali, e quindi a proficui scambi commerciali.
Una seconda area industriale, probabilmente più antica, fu rinvenuta nei pressi della necropoli; in questo luogo gli archeologi trovarono diversi resti di murices, dai quali si ricavava la porpora utilizzata per la colorazione di pelli e tessuti, attività tipica dei Fenici. Questi ultimi, popolo di navigatori, avevano occupato l’isola già in età arcaica, dando vita a un’attività commerciale che avrebbe coinvolto gran parte del Mediterraneo.
La maggior parte dei reperti sono esposti presso il Museo Whitaker di Mozia, che prende il nome dall’illustre archeologo che per primo ha scavato sull’isola. Il museo, specchio della multietnicità dell’isola, conserva reperti che spaziano dal periodo precedente lo stanziamento dei Fenici fino all’epoca romana.
Mozia è di riflesso una “piccola Sicilia”, contesa per secoli dai popoli del Mediterraneo che hanno lasciato tracce giunte sino a noi.
Per un maggiore approfondimento sul parco, orari e biglietti, consulta la scheda dell'antica città di Mozia.
Terza tappa!
Proseguiamo il nostro viaggio in direzione Selinunte, città un tempo imponente ed eterna rivale di Segesta. Raggiungeremo il parco in circa un’ora di automobile. È necessario imboccare l’autostrada A29/E90 e uscire a Castelvetrano, percorrendo poi la statale 115 fino a destinazione.
Selinunte
Selinunte è una subcolonia Greca, fondata da Megara Iblea, a sua volta colonia di Megara, in una zona caratterizzata dalla presenza di indigeni, Sicani ed Elimi, e dei Cartaginesi. Si trattava di una vera città di frontiera!
Da sempre in conflitto con Segesta fu conquistata nel 409 a.C. dai Cartaginesi: inutili i tentativi dei successivi tiranni di Siracusa di recuperare la città, che rimase sotto il controllo punico. Una storia abbastanza complicata è stata quella di Selinunte, caratterizzata nei secoli dalla sottomissione ad altre città, sia greche che barbare.
Il sito archeologico
La Sicilia fu un laboratorio culturale di straordinaria importanza, dove non solo si importarono idee dalla tradizione greca o punica, ma si crearono nuovi modelli urbanistici. La più rilevante testimonianza dell’urbanistica tra VI e V secolo è proprio quella di Selinunte che, costruita sulla collina di Manuzza, vanta un fitto tessuto urbano e una straordinaria sistemazione monumentale dell’acropoli.
Secondo gli storici la nascita di nuove città non fu un fenomeno del tutto spontaneo, ma anzi, fu un mezzo delle colonie già esistenti per poter controllare meglio i territori sotto la loro influenza.
Selinunte, fondata da Megara Iblea per arrestare le mire espansionistiche siracusane, vanta alcuni tra i templi più spettacolari del mondo antico e merita di essere visitata sia per la qualità della conservazione dei monumenti sia per la quantità delle strutture ancora visibili.
Per un maggiore approfondimento sul parco, orari e biglietti, consulta la scheda del parco archeologico di Selinunte.
Quarta tappa!
Visitato lo splendido parco archeologico di Selinunte possiamo proseguire sulla E90 rientrando verso la città di Palermo. Poco distante dal capoluogo siciliano, giungeremo a Solunto.
Solunto
Solunto, fondata dai Fenici, si ergeva a circa 15 km dall’attuale Palermo. Dell’antico abitato oggi non rimane che qualche rudere e dai pochi resti rimanenti si intuisce che la città presentava un impianto urbano regolare risalente alla ricostruzione ellenistica avvenuta intorno alla seconda metà del IV secolo a.C.
Tucidide ci racconta che già durante la prima colonizzazione greca della Sicilia (IX secolo a.C.) i Fenici stavano occupando quei luoghi.
Nel 396 a.C. Solunto fu conquistata da Siracusa, distrutta fu poi ricostruita nel 368.
Della Solunto fenicia sono giunte a noi poche testimonianze architettoniche ma a confermare le origini della città abbiamo un nutrito numero di statuette, edicolette, steli, di chiara origine fenicia, e la conformazione delle tombe molto simili a quelle di Panoromo, anch’essa città fenicia della Sicilia.
Il sito archeologico
Solunto è sicuramente l’esempio lampante di quanto diverse civiltà in Sicilia si siano conosciute e scontrate. Qui, infatti, troviamo tracce fenice, resti greco-ellenistici e successivamente resti romani. Diodoro ci racconta che, in seguito alla sconfitta in Africa, Agatocle, tiranno di Siracusa, abbandonò in terra punica dei mercenari che tornarono in Sicilia e si insediarono proprio a Solunto. Il carattere delle costruzioni, le decorazioni e le numerose scritte in greco, testimoniano la presenza greca. Questa si intreccia con reminiscenze puniche e successive rivisitazioni romane come accade, ad esempio, nel santuario e nel teatro che presentano elementi sia punici che ellenistici.
Per un maggiore approfondimento sul parco, orari e biglietti, consulta la scheda del parco archeologico di Solunto.
Il nostro viaggio termina qui!
Da Segesta a Mozia, passando per Selinunte e Solunto alla scoperta di una Sicilia inedita, di una terra per secoli abitata e contesa dai popoli del Mediterraneo, ma anche centro di cultura e arte, laboratorio di una nuova urbanistica e di una nuova economia.
Fenici, Cartaginesi, antichi Greci non ci sono più. I veri attori, ora, siamo noi. Visitiamo questi luoghi, apprezziamoli e rispettiamoli per il loro valore paesaggistico, storico e archeologico e per quello che la Sicilia rappresenta come terra d’incontro tra culture e civiltà.