Gli dei raffigurati su questo cratere sono tra i più celebri del pantheon greco: Trittolemo, Demetra, Hermes, Apollo e ovviamente…Dioniso! Proviamo a capire la scelta tematica del pittore di Napoli, analizzando in particolare la figura di Trittolemo.
Descrizione del cratere
Concentriamoci sulla descrizione del lato A del cratere, al cui centro troviamo Trittolemo. Proprio in questo periodo, il dio inizia ad essere rappresentato con un aspetto più giovanile rispetto ad epoche precedenti, in cui presentava una barba più folta.
Il ringiovanimento di Trittolemo si spiega attraverso il suo rapporto con Demetra: se all’inizio, come ci racconta ad esempio l’Inno omerico a Demetra, Trittolemo è il dio di Eleusi, che aiuta Demetra nella ricerca della figlia Persefone, successivamente, con l’estensione del mito al di fuori da questa area, la personalità di Demetra diventa primaria nella piccola e misteriosa cittadina attica, cosicché Trittolemo diviene figlio di Demetra, e quindi descritto come fanciullo.
Mantiene comunque, come in questo caso, i suoi tratti distintivi; secondo la prima versione del mito, infatti, come viene descritto da Apollodoro (I,5,2), Demetra dona a Trittolemo un carro alato e delle spighe di grano da seminare su tutta la terra. Pausania (I,38,6) parla invece di un tempio di Trittolemo, e accenna alla fine del paragrafo al fatto che quella regione si dice sia stata la prima ad essere coltivata e proprio lì è posizionato un altare dedicato al dio. Leggendo Pausania però, si ha come la sensazione che lo storico voglia solo alludere al mito, senza esporsi su una sicura correlazione tra Trittolemo e la nascita dell’agricoltura.
Ai lati di Trittolemo, non mancano Demetra e la figlia Persefone con in mano le torce, simbolo dell’iniziazione ai misteri eleusini. In basso, a sinistra di Trittolemo, troviamo Apollo seduto con in mano un lungo ramo di alloro, sulla destra, quasi simmetricamente, c’è Hermes con il suo caduceo, simbolo di pace, e proprio sotto Trittolemo troviamo Dioniso seduto, con la sua coppa di vino in mano, probabilmente appena presa dal vassoio che gli porge il satiro.
Dovrebbe essere facile ora dedurre il contesto del cratere: con una disposizione quasi triangolare delle figure, troviamo in cima Trittolemo, legato ad Eleusi e ai suoi misteri; scendendo sui lati altri dei enigmatici, come Demetra, la dea più connessa ai misteri eleusini; e poi Apollo, anche lui legato a un culto di tipo oracolare a Delfi, e Hermes, dio da sempre ambiguo e abile con la parola; infine Dioniso, il dio enigmatico per eccellenza, presentato sempre mentre gode dei piaceri del vino e si fa servire come un re. Del resto, i crateri erano utilizzati per mescolare vino e acqua durante i simposi, quindi quali dei più opportuni di questi, così ambivalenti nella loro natura, potevano essere rappresentati?
Ma non addentriamoci oltre, in quanto, come scrive Pausania (I,38,7) “Un sogno mi ha proibito di descrivere quello che si trova dentro alle mura del santuario [probabilmente quello dedicato a Trittolemo], ed è chiaro che ai non iniziati non è lecito conoscere neppure indirettamente quelle cose dalla cui vista sono esclusi” (trad. a cura di Domenico Musti).
Il Cratere attico con mito di Trittolemo e Dioniso è stato rinvenuto presso Piedimonte d’Alife.
Oggi è conservato presso il Museo archeologico dell'antica Allifae, piazza XIX Ottobre, Alife (Caserta).
Datazione: fine V secolo a.C – inizio IV secolo a.C.
Materiale: il vaso è realizzato in ceramica e dipinto con la tecnica delle figure rosse su sfondo nero.
Il cratere attico con mito di Trittolemo e Dioniso è il settimo dei reperti selezionati per raccontare il mito di Dioniso attraverso le raffigurazioni su dieci vasi. Scopri la nostra rubrica “Dioniso, la rappresentazione del mito nei vasi antichi” per approfondire il mito e scoprire con noi quali sono gli altri vasi selezionati.
L’AUTORE
Danila Franceschetto
Una laurea in storia a Torino e una passione smodata per la cultura e letteratura greca. Quando non leggo, scrivo. Da un po’ vivo in Toscana, nel tempo libero se non sono al cinema mi trovate al mare!
Dal 2019 collaboro con Siti Archeologici d’Italia.
Sogni nel cassetto? Tanti! Ma uno ve lo svelo, lavorare in un museo sarebbe davvero fantastico!